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Sardegna. Elezioni Regionali 2024

In Sardegna il 2024 si caratterizza subito con una scadenza molto importante: le elezioni del 25 febbraio prossimo per il rinnovo del Consiglio regionale. Una data importante per eleggere il nuovo Presidente e le rappresentanze politiche che dovranno governare un’isola che attraversa uno dei periodi più gravi da un punto di vista sociale, per la situazione delle povertà e della disoccupazione che coinvolge un numero di famiglie sempre più alto.

La competizione elettorale si presenta subito complicata per il clima, non certo disteso, che si è creato, all’interno delle diverse coalizioni, sulla scelta dei candidati alla presidenza, per lo più definite a livello centrale delle segreterie nazionali, e quindi, fuori dalla Sardegna. In totale sono quattro i candidati alla presidenza, sostenuti da venticinque liste e con oltre 1400 candidati. Un esercito di candidati per l’elezione di sessanta consiglieri che avranno l’effetto di frammentare eccessivamente il voto.

Credo che questo sia un problema abbastanza importante e preoccupante che, insieme ad una nuova legge elettorale, dovrà affrontare il nuovo Consiglio regionale che verrà eletto. Ma, pur essendo importante questo aspetto politico l’appuntamento elettorale dovrà definire gli interventi più efficaci per superare l’attuale situazione economica e sociale. Da questo punto di vista c’è da apprezzare gli interventi che tutto il Sindacato regionale ha fatto nei confronti dei candidati, come appello a chi farà parte del prossimo Consiglio regionale, per il superamento dell’attuale crisi economica e sociale.

La CISL Sardegna in un documento, divulgato già a metà del gennaio scorso, ha elevato alcune proposte, rivolte ai candidati, sulla centralità del lavoro e della lotta alle povertà, all’insegna della giustizia sociale. “Per la CISL Sardegna, si legge nel documento, la lotta alle povertà e per un lavoro garantito e dignitoso rappresenta una priorità ineludibile, documentata dal numero notevole delle persone e dei nuclei familiari che vivono in una condizione di povertà assoluta, relativa o di scarsa disponibilità di risorse finanziarie e materiali”.

Un altro impegno che viene richiesto ai nuovi eletti che governeranno la regione è la centralità della tutela della salute per un nuovo sistema socio sanitario efficiente e a misura delle persone. “La salute delle persone e il diritto alla prevenzione e cura, si legge nel documento sindacale, è oggi un’altra delle criticità più importanti e si intreccia, per la dimensione, con la questione sociale e la lotta alle povertà”.

Per la CISL Sardegna è indispensabile avviare nuove politiche di settore e territoriali, in grado di rafforzare il sistema produttivo, mettere in atto una nuova politica di investimenti e di rilancio del settore industriale, attraverso uno specifico programma per le zone interne, per i Comuni minori in via di tendenziale estinzione e per tutte le comunità che soffrono di svantaggi strutturali che stanno portando ad un inarrestabile calo demografico e di spopolamento.

Scorrendo i programmi, che le diverse coalizioni elettorali hanno elaborato e divulgato, contengono alcuni dei problemi posti dal Sindacato, il problema è che la maggior parte di questi, come al solito, rimarranno impegni assunti ma incompiuti. L’auspicio è che il prossimo Consiglio regionale abbia la capacità, la volontà e, soprattutto, l’entusiasmo di affrontare i tanti problemi che gravano sui sardi per trovare soluzioni praticabili per il riscatto della gente che storicamente è costretta a subire le decisioni che penalizzano i più deboli della nostra società di isolani che non hanno pari opportunità come il resto dei cittadini italiani.

Sergio Concas

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