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Intelligenza artificiale e sapienza del cuore

Il 13 settembre, al Centro Pastorale diocesano di San Gavino, si è tenuto un Convegno dal titolo “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore. Per una comunicazione pienamente umana”. L’evento, è ideato da una robusta macchina organizzativa guidata dalla direttrice de “Il Nuovo Cammino”, la dott.ssa Stefana Pusceddu, con la redazione, l’editore la Fondazione Santa Mariaquas, l’Istituto di Scienze religiose “Mons. G.M. Pilo”, l’Ufficio Informatico diocesano, l’Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, la Caritas diocesana di Ales- Terralba, l’associazione Stampa Sarda, l’Ucsi Sardegna, e la Fisc Sardegna. Disinvolta e coinvolgente la conduzione della Dott.ssa Pusceddu.

In apertura i saluti del nostro vescovo Mons. Roberto Carboni, che ha iniziato i lavori con la preghiera di Papa Francesco. Poi ha sottolineato quanto sia importante per la Chiesa occuparsi di comunicazione. Ci si è interrogati sulle opportunità che può offrire la rivoluzione in atto ma anche sui limiti etici da rispettare. Per monsignor Carboni: “La questione non è demonizzare il nuovo, l’intelligenza artificiale, ma chiedersi come possa aiutarci a diventare più umani”. E’ necessario però il giusto controllo: “Uno dei pericoli che viene evidenziato dal Papa nel messaggio per le Comunicazioni sociali è quello che si creino delle nuove caste, ancorate al dominio dell’intelligenza artificiale, al dominio dei dati, alla possibilità di manipolare gli algoritmi per fini propri, non a beneficio delle persone, ma contro le persone.”

La conoscenza degli strumenti è potere e questo potere è ancora purtroppo nelle mani di pochi che non sempre hanno una corretta dimensione etica e antropologica. È alla luce della fede che si coglie il senso delle sfide continue di questo mondo per cui in ogni novità da affrontare va seguita quella via indicata dal Vangelo che è la cura della relazione. Citando Giobbe afferma che “il timore del Signore è Sapienza, evitare il male è intelligenza”.

È seguito l’intervento di Simonetta Selloni, giornalista de La Nuova Sardegna. Ha ribadito l’invito ad un uso consapevole delle nuove tecnologie. Ha esortato i giornalisti a “consumare la suola delle scarpe” per vedere, per quanto possibile, la realtà con i propri occhi. Non possiamo diventare cibo per algoritmi, dobbiamo saperli governare. Ma non cadiamo nelle paure alimentate dai media: “Artificiale è un termine improprio, nato per esigenze pubblicitarie. Ricordiamoci che l’intelligenza è caratteristica umana. Ed è questa che, con discernimento, dovrà decidere del nostro futuro”.

Portano il loro saluto il presidente dell’Ucsi Sardegna Andrea Pala e il delegato regionale FISC Roberto Comparetti. Entrambi plaudono a questa iniziativa sottolineandone il senso formativo e l’attualità. Andrea Pala mette l’accento sulla peculiarità dell’espressione “sapienza del cuore” che ci riporta all’importanza del raccontare bene il bene. Roberto Comparetti ricorda come il G7 di Cagliari abbia dato ampio spazio a queste problematiche. La Chiesa invita a: innovare, discernere, promuovere comunità.

Hanno seguito gli interventi altamente qualificati di Fabio Bolzetta, Presidente associazione WebCattolici (WECA), Stefano Pasta, ricercatore CREMIT, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Ivan Tonini, Co-founder Disegny di bidda.

L’intervento di Fabio Bolzetta spiega, con ampia esemplificazione, come l’uso del digitale influisca sulla formazione delle opinioni della gente, evidenziando vantaggi e criticità. Poi si sofferma sull’impegno della Chiesa in quest’ambito. La Chiesa è la prima e più autorevole voce che richiede etica. Il papa ha dedicato a questi temi due giornate mondiali, sia parlando di Pace, sia di Comunicazione. A tal riguardo Bolzetta ha fatto un cenno al suo testo “La Chiesa nel digitale” con prefazione di Papa Francesco che vi invitiamo a leggere. È importante che come Chiesa ci siamo (sono 16.000 i siti cattolici) e diventiamo esempi di uso responsabile ed autorevole delle nuove tecnologie.

Stefano Pasta spiega alcuni meccanismi di funzionamento e fa capire che questa realtà tecnica sarà sempre più presente e indispensabile nelle nostre vite, tuttavia dobbiamo impegnarci a non perdere di umanità, a non diventare bestie di dati da consumo. Rischi e opportunità dipendono da noi. Ivan Tonini ha concluso con una esemplificazione di uso del digitale per la conoscenza del territorio e la creazione di momenti di socialità, dimostrando che l’etica è possibile e che le macchine possono essere usate per migliorare la nostra vita.

Caterina Saba

Pronti alle nuove sfide della comunicazione?

“ L’I.A. ha conseguenze importanti sulla vita delle persone”

Non desta più meraviglia se la Chiesa, in questo caso il Magistero Pontificio, si occupa di temi che concernono la comunicazione, il progresso scientifico, culturale e sociale. Papa Francesco, nel suo messaggio in occasione della 58ma Giornata mondiale delle comunicazioni, ha voluto lanciare un messaggio articolato, carico di prospettiva di sviluppo, che puntualizza le preoccupazioni attuali nel mondo circa il tema della cosiddetta “intelligenza artificiale”. Fa intravvedere la positività e le possibilità degli sviluppi futuri, ma, al tempo stesso, mette in evidenza i possibili limiti, i pericoli, e suscita preoccupazione nelle persone e anche nei governi.

In una parola, si deve accogliere il progresso ma senza dimenticare che tale progresso, appunto la cosiddetta intelligenza artificiale, ha delle conseguenze importanti che vanno valutate con attenzione, poiché con essa si incide profondamente sulla vita delle persone, sul loro modo di decidere, valutare e ragionare. Una tra le maggiori preoccupazioni, sia nel testo del Papa sia anche nell’atteggiamento dei governi, è che pochi con molto potere (chi possiede le piattaforme…), possono influenzare e dirigere le opinioni, i gusti, i modi di scegliere, per propri interessi e vantaggi.

Ancora una volta, il Papa ci fa comprendere come la comunicazione si realizza nella sua pienezza nella relazione, quindi nel rapporto di comunione e di donazione che esiste tra le persone. L’uso appropriato della tecnologia può sostenere o realizzare la comunicazione, ma sempre tenendo come orientamento chiaro quello che essa è: lo sviluppo dei principi di Comunione e di donazione. Per questo motivo, sottolinea il Papa nel suo messaggio, è importante conoscere le minacce e le insidie che possono agire nel mondo della comunicazione tecnologica e in particolare in quella che viene chiamata intelligenza artificiale.

Un nuovo termine viene inserito dalla riflessione del Pontefice, quello di Sapienza. Una parola che ha radici molto profonde e grandi risonanze nella riflessione biblica. La Parola di Dio ci spiega cos’è la vera Sapienza, come dice Giobbe: ecco, il timore del Signore, questo è Sapienza. Evitare il male, questo è intelligenza. Tutti noi sentiamo una certa resistenza all’idea che la tecnologia possa un giorno bastare a sé stessa, e ci escluda dal bisogno profondo che abbiamo di relazioni umane nel senso più profondo del termine. La questione non è demonizzare il nuovo, l’intelligenza artificiale, ma chiedersi come l’intelligenza artificiale possa aiutarci a diventare più umani e quali pericoli, quali ostacoli possa mettere sul nostro cammino per divenire più umani.

Uno dei pericoli che viene evidenziato dal messaggio del Papa è quello che si creino delle nuove caste, ancorate al dominio dell’intelligenza artificiale, al dominio dei dati, alla possibilità di manipolare gli algoritmi per fini propri, non a beneficio delle persone, ma contro le persone. Ci sono poi aspetti che l’intelligenza artificiale non può creare. Cose che non si possono comperare, quali la compassione, la collaborazione, la cura, la generosità... Uno dei punti critici che è stato sottolineato, penso a una riflessione di padre Paolo Benanti, è quello di distinguere con accuratezza il supporto dato dall’intelligenza artificiale nel risolvere certi problemi, p. es. in medicina, e il pericolo del controllo.

Poter elaborare dati con una velocità impressionante, poterli mettere in correlazione, poterli incrociare, poter creare una nuova sintesi, eliminando ad esempio le differenze o opposizioni, può creare una forma di controllo del pensiero. E dunque, la richiesta che viene da più governi è quella di porre dei percorsi, dei sentieri, anche dei limiti all’uso dell’intelligenza artificiale, alla distorsione possibile. Il possibile pericolo però non ci esime da approfondire il tema, conoscerlo meglio, integrarlo con i valori fondanti e, per i credenti, con quella sapienza del cuore di cui ci ha parlato il Papa Francesco.

+ Roberto Carboni

Fabio Bolzetta – Presidente WeCa

Fabio Bolzetta, presidente dell’Associazione WebCattolici Italiani (WeCa). Giornalista di TV2000, è docente universitario e scrive su “L’Osservatore Romano”. Ha scritto “La Chiesa nel digitale” con la Prefazione di Papa Francesco. Nel 2022 è stato nominato Cavaliere della Repubblica italiana.

La comunità ecclesiale come viene interpellata dai cambiamenti antropologici, culturali e relazionali introdotti dal digitale e dalla progressiva affermazione dell’intelligenza artificiale? La Chiesa è stata tra le prime e più autorevoli voci ad esortare la società tutta – non solo dei credenti – a promuovere una riflessione etica sulle conseguenze introdotte dall’intelligenza artificiale.

Per la prima volta, due Giornate mondiali – quella per la pace e per le comunicazioni sociali – sono state dedicate quest’anno allo stesso tema: il rapporto dell’IA con la pace e con la sapienza del cuore. Una urgenza per ogni comunità che ha visto come si sta modificando – anche attraverso gli algoritmi dei social – l’esperienza delle relazioni, in particolare, verso le nuove generazioni.

Tra le criticità – e sfide – da riconoscere vi è il cambiamento nelle fonti di informazioni che, nella maggioranza, sono diventate algoritmiche. Spazi, logiche e linguaggi da conoscere perché sono divenute le nuove agorà in cui si formano le opinioni. Una sfida anche per il mondo dell’informazione chiamato – di fronte all’affermarsi dell’intelligenza artificiale generativa – a promuovere la Verità. La Chiesa già nel 1992 ha dedicato il Messaggio per la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali al tema “Il Messaggio cristiano nell’attuale cultura informatica”. Ecco perché, da allora, passo dopo passo, osserviamo oggi una rinnovata attenzione, anche nei lavori del Sinodo, verso l’ambiente digitale che possiamo riconoscere, idealmente, con slancio missionario, come un sesto continente da evangelizzare.

Fabio Bolzetta, presidente dell’Associazione WebCattolici Italiani (WeCa). Giornalista di TV2000, è docente universitario e scrive su “L’Osservatore Romano”. Ha scritto “La Chiesa nel digitale” con la Prefazione di Papa Francesco. Nel 2022 è stato nominato Cavaliere della Repubblica italiana.

Stefano Pasta – Giornalista ricercatore Cremit

Stefano Pasta è giornalista professionista, ricercatore e docente del Dipartimento di Pedagogia dell’Universita Cattolica di Milano e membro del Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia (Cremit) e del Centro di Ricerca sulle Relazioni Interculturali.

Affascinante e tremenda: sono questi i due aggettivi che lo scorso giugno Papa Francesco ha attribuito all’Intelligenza Artificiale intervenendo al G7 in Puglia, prima volta nella storia. Proprio a questo tema Bergoglio ha dedicato nel 2024 i due importanti Messaggi per la Pace (1 gennaio) e per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (12 maggio).

Il Pontefice non è un esperto di machine learning, ma, di fronte agli algoritmi che sembrano averci rubato il segreto della conoscenza, ripropone la persona come perno per rispondere agli interrogativi posti dagli sviluppi tecnologici e dai sistemi di IA.

Il libro che ho curato con il direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Cei Vincenzo Corrado intitolato “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore. Commento al Messaggio di Papa Francesco per la 58ma Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali” (Scholé Morcelliana) riporta 17 commenti con sguardi diversi – dalla psicologia all’etica e alla filosofia, dall’educazione alla sociologia, dal diritto al giornalismo, dallo studio delle immagini al cinema – a partire dal Messaggio per le Comunicazioni Sociali.

Vari studiosi, tra i quali Luciano Floridi, Paolo Benanti, Nello Cristianini, Ivana Pais concorrono a interpretare quello che Francesco definisce «un cambiamento che coinvolge tutti, non solo i professionisti». Tra rischi e opportunità dell’IA abbiamo una consapevolezza: «La risposta non è scritta, dipende da noi», dall’utilizzo che decideremo di farne.

Ivan Tonini – Co-founder Disegny di bidda

Ivan Tonini nel 2003 ha iniziato la sua carriera nel marketing e comunicazione. Ha fondato Spazio iT, una digital company specializzata in sviluppo di App, digital marketing e formazione imprenditoriale. Da 3 anni si è specializzato sull’uso dell’I.A.

Nella serata del convegno del 13 settembre abbiamo raccontato com’è nato il progetto “Disegny di bidda”, nato da un’intuizione di Luca Meloni, spiegando la missione la vision che ruotano attorno alla promozione del territorio attraverso le immagini create con l’intelligenza artificiale in stile Disney.

Con un codice prestabilito riusciamo a ottenere delle immagini uniche che raccontano appunto i comuni della Sardegna, ma anche dal resto d’Italia e che rappresentiamo con uno stile che trasmette positività. Forse per questa ragione la nostra proposta è diventata virale. Le persone vanno alla ricerca di quel posto che magari ha suscitato divertimento e in quel momento facciamo scoprire e riscoprire anche zone un po’ sconosciute o dimenticate: il nostro obiettivo è favorire la valorizzazione dei territori. Noi ci occupiamo di intelligenza anche nell’ambito delle imprese, sviluppiamo prodotti digitali come app mobile e ci occupiamo anche di formazione imprenditoriale.

Durante la serata del 13 settembre abbiamo poi fatto vedere come attraverso diversi applicativi si possano ottenere delle immagini o si possano ottenere dei testi o si possa persino avere per esempio la costruzione dei contenuti da condividere nei social. Insomma, si possono fare tante cose. In ultima analisi abbiamo detto che l’intelligenza artificiale non ruberà i posti di lavoro ma semplicemente aiuterà le imprese a produrre di più e quindi ad assumere certo nuove figure. Le nuove tecnologie, infatti, contribuiscono a creare nuove competenze e a fare nascere nuovi mestieri.

Servizio fotografico di Cristina Uras

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